Al livello del cuore. Un suono ci salverà. Pensieri su Educazione, Valori Umani, Coscienza.

Vorrei condividere in questo spazio delle riflessioni personali inerenti al tema dell’educazione, alle esperienze di alcune ricerche che hanno determinato il mondo in cui viviamo, alle possibilità dell’umanità in relazione alla sua natura e all’evoluzione di quest’ultima.

Spesso ci può capitare di ascoltare la frase “bisognerebbe ripartire dall’educazione e dalle nuove generazioni”. Partendo da questo punto, vorrei iniziare il discorso.

Etimologicamente il termine ‘Educazione” deriva dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, “tirar fuori” o “tirar fuori ciò che sta dentro”), derivante dall’unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre (“condurre”).

Se attribuiamo alla parola il suo significato positivo, dovremmo riuscire a “tirare fuori” la parte migliore di noi stessi, e nel caso degli educatori, le qualità e i talenti migliori dai loro studenti.

Dal momento in cui siamo concordi nell’attribuire valore alla nostra Costituzione e alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 Dicembre del 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per cercare delle risposte concrete, dobbiamo analizzare le dinamiche e le interazioni sociali di questo momento storico complesso e di non semplice interpretazione.

A mio parere, credo si debba procedere secondo una prospettiva non dualista, approfondendo tematiche come «bene, male, vita, morte, etica, morale, libero arbitrio, discernimento, libertà, verità, rettitudine, pace, amore e non violenza», studiando i diversi casi e possibilità, con lo scopo di dare forma a una coscienza che aspiri alla conoscenza della verità profonda dell’essere umano, e che debba affermarsi attraverso l’esperienza di azioni nella vita pratica, nell’integrità della sua essenza.

Quindi, bisognerebbe intraprendere, percorsi educativi che facciano dello studio dei valori umani le proprie fondamenta, tenendo presente il processo che si sta lentamente e faticosamente compiendo della sintesi tra Spirito e Materia, nelle sperimentazioni e soluzioni dei tanti ricercatori, in una visione in grado di rappresentare l’essere umano nel pieno delle sue facoltà fisiche, vitali, mentali e spirituali.

In breve, il lavoro da fare riguarda in primis la coscienza dell’uomo, centro attivo e dinamico che ci distingue dalla natura prettamente animale per raziocinio e discernimento, anche per mezzo della facoltà dell’uso del linguaggio.

È un cammino lungo e graduale, ma oggi, non si può ancora raccontare ai ragazzi « la favola del Dio creatore con la barba » o descrivere il pianeta in cui viviamo e l’universo intero con un approccio deterministico. Per carità, si è compreso che il potere religioso in Occidente doveva trovare una giustificazione alla portata di tutti (ed anche qui ci sarebbe da dire qualcosa su come la Chiesa abbia spodestato una cultura pagana piena di simboli e tradizioni iniziatiche, importando di fatto una religione monoteista di origine ebraica) e che il Lume della Ragione è stato utile per approdare ad analisi e sintesi illuminanti nella fiducia assoluta per la scienza e per la Ragione.

Ma se la religione cattolica ha distorto il messaggio del suo profeta macchiandosi di atroci persecuzioni e provocando divisioni, ignoranza, superstizione e paura (tra l’altro, Gesù affermava nelle sue parole «Io e il Padre siamo Uno», di fatto mettendo in discussione la figura dell’intermediario/sacerdote), per contro l’Illuminismo europeo positivista, pur raggiungendo vette alte in molti campi della recente storia umana, ha disegnato un universo freddo, dove tutto è spiegato e analizzato scientificamente secondo regole comprovate, e dove le domande legate al mistero della nostra esistenza hanno trovato poche e insufficienti risposte, relegando l’attitudine mistica e spirituale nella dimensione della superstizione e della scaramanzia, nelle credenze popolari.

Anche per quanto riguarda il versante della salute, dove ancora non abbiamo soluzioni soddisfacenti per molte malattie, abbiamo vissuto in parte per anni in un buio oscurantismo, ignorando tradizioni ed insegnamenti dell’emisfero orientale del pianeta e che negli ultimi tempi sono stati riportati in luce, grazie a coraggiosi ricercatori e medici che li hanno messi in atto, nel loro approccio di matrice olistica.

In effetti, in Occidente abbiamo messo in primo piano soprattutto la mente analitica, presunta sede delle funzioni superiori del cervello che può indirizzarsi bene e servire alte ispirazioni e scopi nobili, o allo stesso tempo portare l’uomo al disastro, facendosi fonte di pensieri distorti e deviazioni che possono generare appunto malattie.

La mente umana, che molti Maestri affermano e suggeriscono di tenere sotto controllo, paragonandola spesso ad una scimmia che salta da un punto ad un altro, se non si è in grado di porle un freno in fatto di pensieri incessanti, desideri e pulsioni di ogni genere.

In questo senso, esercizi di meditazione, contemplazione o strumenti come il mantra, se portati seriamente avanti con continuità nel tempo, possono avere almeno l’effetto di calmare e di stabilire un contatto con noi stessi, riconducendoci alla fonte originaria che riguarda il nostro respiro, il prana, e a quella dell’apertura spirituale del nostro cuore.

A questo proposito, Anodea Judith, nel suo libro Il Libro dei Chakra, scrive che in questo momento l’umanità è ferma a livello biologico evolutivo, all’altezza del terzo chakra del plesso solare (che riguarda l’Io, l’Ego, l’affermazione personale individuale), parlando dell’organo del cuore come il prossimo centro di trasformazione dell’essere umano, dove dovrebbe emergere gradualmente una coscienza individuale, consapevole del Tutto, con una visione di Unità, Conoscenza e Amore. “Sono convinta che in questo momento storico siamo disperatamente chiamati a sollevarci al livello del cuore dalla nostra immersione collettiva nel terzo chakra”. *

*(“Il Libro dei Chakra. Il Sistema dei Chakra e la Psicologia” Anodea Judith, Neri Pozza, I Colibrì, 2009)

Concordo con questa visione, anche perché conferma le mie esperienze di ricerca riguardo la musica e il canto, che se non fluiscono attraverso il canale del cuore, attraverso il sentimento e la sensibilità di chi l’interpreta, perdono tutta la loro capacità e la forza di andare a toccare le corde sensibili dell’animo dell’ascoltatore.

Fondamentale è quindi evocare quel suono che sembra essere misteriosamente collegato con la nostra origine cosmica, la quale vibrazione è capace di generare ricordi ed emozioni, il che confermerebbe quello che maestri di ogni tempo hanno detto a riguardo.

Non è sicuramente un caso quando parliamo di persone dal “cuore grande”, per esprimere un significato di valori come generosità, sincerità, gratitudine, amore, umiltà altruismo, ampiezza di vedute e tolleranza.

Il fatto è che per molti ricercatori, sembra che la mente non sia la verità assoluta dell’essere umano.

Il maestro e filosofo indiano Sri Aurobindo, nella sua ricerca spirituale con Mirra Alfassa nell’Ashram di Pondicherry in India, descriveva i tre “corpi” che compongono l’uomo: fisico, vitale (azioni, desideri, sentimenti) e mentale. Secondo Sri Aurobindo, se questi tre aspetti non sono “illuminati” e conseguentemente guidati dall’Essere Psichico (Sé superiore), entrano inevitabilmente in conflitto tra di loro generando un’esistenza caotica.

Al contrario, questo centro solare pulsante se riconosciuto e integrato nella nostra coscienza, diviene un luminoso faro nella vita di tutti i giorni.

Il compito sarebbe quello quindi di “allenare” la coscienza profonda di ognuno di questi tre aspetti, in un processo di crescita e sviluppo sotto l’influsso dell’Essere Psichico.

Sri Aurobindo ha parlato anche del luogo dove risiederebbe questo prezioso centro (Psychic Being) di Verità: il cuore. Il cuore segreto degli esoteristi. Un centro di pura energia all’altezza del cuore fisico, in grado di suggerire, indicare, ispirare, dopo un sincero lavoro di purificazione interiore e di silenzio mentale.

Nella lingua sanscrita esiste una parola che sintetizza il Principio Divino, l’eternità dell’Atma: “Satchitananda”.

Sat come ‘essenza di verità’, Chit come ‘consapevolezza’ e Ananda in quanto ‘beatitudine’, ecco le tre qualità del Reale.

Non è casuale che un maestro considerato avatar come Sathia Sai Baba insisteva sul processo di identificazione con l’Atma universale (Il Sé) e sulla necessità di rendere coerenti Pensieri, Parole e Azioni, attraverso la volontà di purificare prima di ogni cosa mente e cuore. Detto così sembra banale, ma chi veramente attua con coscienza questa profonda verità ogni giorno?

Far tacere il continuo borbottio della mente dunque, e saper riconoscere la provenienza di certi pensieri che ci attraversano. La mente quindi, che deve “servire” le nostre attività vitali, con suoi intelligenti processi logici, ma che non deve renderci schiavi dei suoi desideri che provengono dai cinque sensi di cui siamo composti.

Sri Aurobindo e Mirra Alfassa detta Mère, sono stati due veri pionieri, ed hanno spinto la loro ricerca nella magnifica intuizione della possibilità evolutiva dell’uomo, aprendo di fatto la strada all’umanità verso «l’Overmind», la Supermente, riconoscendo nella “mente delle cellule” del nostro corpo fisico”, le depositarie del segreto del prossimo balzo evolutivo della specie umana in cui la coscienza diventa il centro e la chiave del nostro progresso fisico e spirituale, individuale e infine collettivo. *

*(Satprem, Sri Aurobindo. L’Avventura della Coscienza, Mediteranee, 1991)

Oggi, studi inerenti alle neuroscienze, si stanno avvicinando alla loro visione e al loro lavoro, in particolare riguardo alla coscienza che sopravvive alla morte nelle teorie dello scienziato Robert Lanza. *

* (Robert Lanza, Biocentrismo. L’universo, la coscienza. La nuova teoria del tutto, Il Saggiatore, 2015)

Parlando di contributi importanti della psiche umana, lo psicologo C.G.Jung ha basato la sua ricerca iniziale sui contenuti dell’inconscio collettivo che emergono soprattutto nell’attività onirica e si manifestano sul piano individuale (la parte ombra), e di come questi devono andare ad integrarsi con l’Io cosciente stabilendo infine un’unione con l’unità complessiva dell’essere umano, quel Sé superiore inteso come ampliamento della coscienza e che rappresenta il luogo da cui si attiva la creatività e dove si sviluppano le possibilità del futuro; un lavoro di conoscenza di se stessi, delle proprie potenzialità e dei propri talenti.

A proposito di talenti, Baba Bedi (padre dell’attore Kabir), maestro indiano approdato in Italia all’inizio degli anni Settanta e il cui lavoro ho approfondito grazie ai dieci anni trascorsi accanto a Cesare De Bartolomei al Centro Età dell’Acquario a Monteluce in Umbria, imperniava parte del suo lavoro spirituale negli incontri che conduceva, proprio nell’individuazione dei talenti di ogni persona.

Qualsiasi capacità artistica, organizzativa, tecnica e amministrativa può essere un talento. È da questo punto secondo Baba Bedi, nel riconoscimento delle proprie capacità intellettive, espressive e creative, che l’essere umano è in grado di indirizzare la sua vita e proseguire il suo cammino in modo armonico ed equilibrato.

Secondo Baba Bedi, nel non riconoscere le proprie capacità e di conseguenza non metterle in atto, si generano movimenti di frustrazione, rabbia, sofferenza, disillusione. Infatti, ogni capacità è un’energia positiva, che se non è in grado di fluire, può creare nella persona una pericolosa tensione esplosiva e forme paralizzanti di acuta depressione. La ricerca dei talenti è certamente utile a tutti, soprattutto ai bambini che mostrano problemi di socializzazione e difficoltà nell’apprendimento e dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni metodo educativo.

Questa visione va a confluire nell’idea di «Integral Education» che ho avuto modo di osservare da vicino, lavorando e collaborando con il Dipartimento di Educazione nella Sri Aurobindo Society, metodo portato avanti nelle scuole dell’Ashram di Pondicherry, nella scuola di New Delhi Mirambika, e nella Future School di Auroville, dove i talenti e le capacità del bambino vengono coadiuvate in un programma scolastico mirato a sviluppare le sue potenzialità. Le teorie della Integral Education, trovano punti di contatto con la pedagogia Waldorf ispirata da Rudolf Steiner e con il metodo Montessori. Secondo Sri Aurobindo e la Mère, l’ambiente che dovrebbe circondare il bambino a scuola, dovrebbe essere colmo di vibrazioni positive ed armoniose, a cominciare dalla qualità vibrazionale dell’insegnante stesso, che deve essere in grado di neutralizzare ogni negatività con un’attitudine volta a trasmettere la bellezza del processo di crescita.

Restando su questo tema, riguardo a come dovrebbe essere il sistema scolastico, voglio citare il filosofo e sociologo Umberto Galimberti, che nel suo interessante libro L’Ospite Inquietante, il Nichilismo e i Giovani, analizza il malessere e il pensiero distruttivo dei ragazzi, individuando proprio nella scuola, l’istituzione che deve essere in grado di fornire risposte alla spinta di disillusione, incertezza e insofferenza che anima le nuove generazioni.

Secondo Galimberti, oggi la scuola non supporta come dovrebbe, tutte quelle dimensioni che sfuggono al calcolo, elementi come la fantasia, la creatività, l’originalità, i desideri, i dolori, di fatto mettendo fuori gioco tutto ciò che riguarda la sfera emotiva che resta così oscurata e annichilita.

Nel libro, Galimberti considera il pericoloso rischio che porta ad un’incomunicabilità che genera insicurezza, violenza e solitudine rispetto al mondo degli adulti, e vede proprio nell’individuazione dei talenti e nell’ispirazione al conosci te stesso greco, la possibilità di stabilire un profondo rinnovamento nella modalità relazionale pedagogica scolastica.

Vorrei aggiungere che, nell’Era dell’ossessione degli smart phone e dei social network, questo rapporto rischia sempre più di essere compromesso, con il risultato di innalzare un muro invalicabile e sterile, dove ognuno resta nella sua realtà monade.

Questo aspetto riguarda non solo la scuola, ma anche la famiglia, le amicizie, le relazioni d’amore, le relazioni tutte, fino a quella con noi stessi.

Credo che con l’illusione di “navigare” in una moltitudine di mari che in realtà riflettono un’infinità di deserti, noi stessi alla fine confluiamo e arranchiamo nel grande deserto dell’anima, se questa non viene nutrita dalla dimensione che riguarda la nostra natura che deve necessariamente rappresentare l’essenza profonda del nostro essere nella sua totalità di bellezza, libertà e armonia, nel rispetto del mondo che ci circonda. Dobbiamo quindi ripartire proprio dall’”ascolto” di quello che ruota intorno a noi, non rompendo drasticamente il legame con il passato, ma raccogliendo i fiori degli aspetti più positivi dei molti insegnamenti, lì dove ci sia un intento di vita, luce e progresso. Contemporaneamente, dobbiamo cercare di operare un duro e arduo lavoro di conoscenza di noi stessi, con la conseguente integrazione e trasformazione di tutti quegli aspetti negativi che ci attraversano e che hanno il pericoloso e fuorviante potere di immetterci in canali e pozzi oscuri, dove possono trovare terreno fertile sentimenti di odio, vendetta, rancore, gelosia, supremazia dell’ego, tutti aspetti che portano inevitabilmente a processi di distruzione, guerra e morte.

Se osserviamo bene, la storia ci insegna come senza un lavoro su se stessi, l’umanità è condannata al fallimento e i grandi ideali crollano sulla base di singoli personalismi e affermazioni del proprio modo di vedere la realtà.

Ego contro ego. Bramosie di potere personale. Pochi, se non rarissimi, sono quelli che si mettono al servizio dell’umanità e della comunità con animo incorruttibile ed equanime. Come i bambini quando vogliono tirare fuori la parte più dispettosa e cattiva, gli adulti, tendono a dividersi in fazioni, distruggendo anche quello che di buono viene fatto dai predecessori. La scena politica mostra continuamente queste dinamiche faziose, dove ognuno difende gli interessi economici di un manipolo di persone.

È un’epoca quella attuale, in cui i ragazzi non hanno esempi alti da prendere in considerazione e a cui ispirarsi, se non nell’ammirare illusoriamente quei personaggi che sono il prodotto di questa terribile decadenza del genere umano, nelle figure di persone mascherate da politici scaltri, calciatori, modelle, attori, presentatori, cantanti pop, influencer, furbetti dell’ultima ora, tutti inseriti in un circuito mainstream mediatico remunerativo, in cui raccolgono una tale quantità di denaro che un lavoratore “comune” non riesce a percepire neanche in mille vite.

In questo momento, siamo sempre più immersi nella società degli eccessi, incontenibile in ogni senso, dove i media segnano il buono e il cattivo tempo, di fatto condizionando scelte e umori e spostando il baricentro dei consensi tra la massa.

Insomma, conta chi appare ed ha visibilità, ma anche soprattutto quei personaggi e imprese che hanno la potenzialità di comprarsela, su Facebook, Youtube, Instangram, dove oggi, apparire vuol dire appunto pagare e sponsorizzare se stessi, divenendo esperti di algoritmi.

Attualmente, stiamo attraversando una fase molto delicata, dove l’educazione alla cultura e all’arte sono ampiamente penalizzate e declassate, venendo sempre più a mancare un approccio critico alla ricerca e alla scoperta da parte della maggioranza, che generalmente non sceglie, ma anzi subisce imposizioni inconsce venendo rifocillata dai prodotti su cui il mercato della logica del consumo ha deciso di puntare forte.

La risposta evidentemente non è nel meccanismo di questo sistema malato o nella vita di questi personaggi e dei loro committenti, complici di un sistema liberista che sta provocando disuguaglianze e differenze di classe nel mondo, imprimendo di fatto la formazione di una società piramidale di caste, dove il discrimine è solo il potere dei soldi che si possiedono.

Le vicende personali dei tanti vip che trovano spazio nelle cronache giornalistiche, le loro fobie, depressioni, malesseri, disintossicazioni da droga e alcool, sono la prova lampante di quanto quella strada sia effimera, diseducativa, illusoria e per molti aspetti oscura; come è oscura la “bolla” in cui viviamo e che creiamo a nostra immagine e somiglianza, nella speranza che non sia mai intaccata.

Allo stato attuale delle cose, anche il “falso ribellismo”, nei modi e nel vestiario, con elementi del passato “sdoganati” nell’ambiguità di atteggiamenti contradditori di metamorfosi “androgina”, rivelano alla fine paradossalmente un conformismo inquietante, proprio perché svuotati di ogni carica rivoluzionaria, aderendo in tutto e per tutto al sistema economico imperante che tutto ricicla, assorbe, trangugia e rigurgitando ammansisce.

Questa è la miseria della nostra società: non essere in grado di vedere “oltre”, di prevedere con lungimiranza, di comprendere le istanze dell’altro, di compenetrare le differenze e le diversità. Ci rifuggiamo nella bolla, finché questa non scoppia, ed infatti in parte è già scoppiata: nelle guerre che prima osservavamo e percepivamo lontane dalla nostra piccola televisione e che oggi hanno superato i confini e le frontiere arrivando fino a noi; negli attentati nei luoghi sacri della nostra “civiltà”; nei flussi di migranti che chiedono dignità e diritti umani.

Le responsabilità sono molteplici e nessuno si salva.

Le azioni intraprese nel passato, dove si è succhiato tutto il possibile delle risorse primarie di Paesi che oggi bussano alla nostra porta, sono l’amaro frutto nero del caos del presente.

Oggi dobbiamo fornire risposte tutti insieme, risposte che non sono semplici, proprio perché il sistema che si è creato dall’industrializzazione in poi, per un mero interesse di profitti e sfruttamento, mettendo al centro il prodotto e riducendo l’essere umano a semplice consumatore, ha intaccato nello stesso tempo sistemi ed eco-sistemi di culture diverse dalle nostre con la presunzione arrogante di essere depositari di verità.

Questo è avvenuto anche in ambito ecologista, dove salvo in pochi casi, si fa finta di niente, continuando a perpetrare una politica condannata allo sfacelo. Anche qui, le risposte sono davanti ai nostri occhi ma non vogliamo vederle.

Quando crollò il Muro di Berlino, gli americani ebbero la meravigliosa opportunità di farsi garanti e portatori di pace, potendo avviare, scomparso il famigerato nemico rosso, una politica “Umanista” di incontro e scambio, di dialogo e di tolleranza.

Tutto questo non è avvenuto. Al contrario sono andati a procacciare nuovi nemici e terre dove poter investire sul mercato delle armi, per nuove guerre, distruzioni, ricostruzioni da appaltare. Una politica che gli americani pagano oggi con l’elezione emblematica di Trump, e non è casuale che siano proprio le armi, che in America si comprano come caramelle, ad essere al centro del ciclone.

La proposta assurda di Trump rispetto al problema immane delle frequenti stragi che avvengono nelle scuole americane è stata quella di armare gli insegnanti. Una risposta che sfiora il paradosso, ma che ben fa capire la realtà che si determina ancora in un ideale scenario di sparatorie tra cowboy e indiani. Ma del resto, la stessa America nasce all’ombra del delitto e dello sterminio di migliaia di persone appartenenti a diverse etnie.

Una politica cieca e sorda quindi, che nel tempo non ha voluto vedere o ascoltare le innumerevoli voci delle esperienze dolorose del passato, e non ha fatto tesoro degli errori immani perpetrati, e che oggi vede nella tracotante politica reazionaria anti-migrante di Salvini in Italia e Orban in Ungheria un sua sponda ideale in Europa.

Eppure esistono gemme di sapienza che nel corso dei millenni hanno indicato possibili rotte da seguire e interpretare.

Le indicazioni e le leggi universali riconosciute e proclamate ad esempio nei Veda (termine sanscrito che significa ‘saggezza, conoscenza’), antichissime scritture millenarie dell’antica civiltà indoeuropea, che fondano il loro assunto sulla relazione dell’uomo con il Cosmo, sono un grande compendio di saggezza, un esauriente trattato tramandato da bocca a orecchio da ricercatori e antichi saggi chiamati Rishi, «in grado di stimolare l’uomo moderno nel suo tentativo di compiere il proprio compito, in un’era in cui, nel bene come nel male, la sua sorte è indissolubilmente legata a quella dei propri simili, ed egli non può più permettersi di vivere nell’isolamento ».*

* (Raimon Panikkar “I Veda”. Mantamanjari, due volumi, Edizioni BUR, 2001)

Allo stesso modo, l’antica cultura della civiltà occidentale, risplende in epoche diverse nella sapienza di figure eminenti e fondamentali come Platone, Socrate, Plotino, Pitagora, Ipazia, Dante Alighieri, Leonardo Da Vinci, Giordano Bruno, solo per citarne alcuni.

Nonostante tutto, l’essere umano sembra recidivo a non fare tesoro degli insegnamenti del passato, cadendo continuamente in un flusso meccanicistico della Natura — vita-morte-rinascita — sempre uguale a se stesso, che crea continue interruzioni di corrente determinando un corto circuito interiore, e ponendo fine in ultima istanza, alla sua esistenza.

È da questo circuito oscuro che forse dobbiamo partire per capire, dall’oscurità per fare luce nell’oscurità.

Come diceva in una canzone il grande George Harrison, musicista che fece dell’India la sua seconda patria, Beware of the Darkness, ‘fate attenzione all’oscurità’; oscurità che non dobbiamo rigettare come demone, ma piuttosto comprendere, trasformare e canalizzare in un moto di gioia e vita.

Ascoltare dunque il Daimon, conosciuto da Platone e i suoi contemporanei e splendidamente approfondito da James Hillman nel libro Il Codice dell’Anima, per vivere a pieno la nostra esistenza, così come l’abbiamo programmata al momento della nostra nascita.

Per questo motivo, credo che tutti noi abbiamo il difficile ma avventuroso compito, ognuno nel suo campo, di fare in modo che ogni nostra attività sia permeata dalla consapevolezza e dalla coscienza di essere protagonisti all’interno di un universo vivente, che è in continua espansione.

È sul pianeta azzurro chiamato Terra che l’umanità ha la possibilità di evolvere, ed è dall’iniziare a percepirla coscientemente come un organismo vivente, unica e grande intelligenza «Padre/Madre», dove tutti noi siamo collegati uno con l’altro, che sarà possibile edificare le basi di quella che dovrebbe essere l’educazione dei figli del nostro domani, che è qui e ORA, nell’intensità di un tempo sempre presente.

La via è in realtà già tracciata e molte cose sono già compiute, altre si stanno compiendo.

Non possiamo sapere qual è lo scopo ultimo dell’esistenza, le verità di domani potrebbero essere sconvolgenti viste con lo sguardo di oggi, ma muniti della nostra lanterna accesa, possiamo procedere passo dopo passo come Diogene, alla ricerca di quella Umanità Nuova che vive, respira e sogna dentro di noi.

Dobbiamo fare in modo di dirci la verità, di snidare i nostri stessi inganni e menzogne, per rimuovere dai nostri occhi quel velo scuro che non ci permette di vedere la profonda connessione che unisce ogni creatura e forma vivente nell’universo a noi conosciuto. Dobbiamo essere ricettivi e pronti al cambiamento.

Per fare questo, dobbiamo iniziare da noi e da ciò che ci circonda, per provare ad essere costantemente in contatto con quella parte del nostro essere, quella voce che “sa”, che spesso e volentieri nella vita di tutti i giorni tendiamo a non ascoltare, a tenere in disparte o addirittura a reprimere.

È tempo di “essere”, è tempo di “diventare”

come scriveva Mirra Alfassa e questo certamente implica da parte di tutti noi un atto di coraggio, volontà e determinazione per essere da esempio nel rappresentare con dignità la specie umana.
Andrea Camerini

 

 

Bibliografia suggerita

 

Satprem, Sri Aurobindo. L’Avventura della Coscienza, Mediteranee, 1991

Sri Aurobindo, La Sintesi dello Yoga(tre volumi), Astrolabio Ubaldini, 1969

Sri Aurobindo, L’Ideale dell’Unità Umana, Arka, 1987

Satprem, Mère(tre volumi), Astrolabio Ubaldini, 1978

The Mother ( Mirra Alfassa), On Education, Sri Aurobindo Ashram, Pondicherry, 1978

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Umberto Galimberti, L’ Ospite Inquietante. Il Nichilismo e i Giovani, Feltrinelli, 2007

Raimon Panikkar, I Veda. Mantramanjari (due volumi), Edizioni BUR, 2001

Anodea Judith, Il Libro dei Chakra. Il Sistema dei Chakra e la Psicologia, Neri Pozza, I Colibrì, 2009

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C.G. Jung, Ricordi, Sogni, Riflessioni, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1998

James Hillmann, Il Codice dell’Anima. Carattere, Vocazione, Destino, Adhelphi, 1997

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Rudolf Steiner, L’Educazione come Arte. Dal Complesso dell’Entità Umana, Editrice Antroposofica, 2012

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Cesare De Bartolomei, Manuale di Contemplazione, Editoriale Monteluce, 1996

Robert Lanza, Biocentrismo. L’universo, la coscienza. La nuova teoria del tutto, Il Saggiatore, 2015

 

 

 

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